Nel rivolgere uno sguardo attento a qualcosa,
questa diventa sorprendente, indescrivibilmente magnetica.
questa diventa sorprendente, indescrivibilmente magnetica.
L'arte si può sentire respirare, e come l'amore o il dolore può
cambiarci la vita e può, chissà, cambiare il mondo intero.
Mark Rothko scelse come mezzo espressivo della sua arte, il colore, col quale sperava che i suoi quadri “fiatassero”.
Il
25 febbraio del 1970 il corpo di Mark Rothko viene ritrovato steso sul
pavimento del bagno nel suo studio. Il pittore dopo tanto tempo passato nel
chiuso della sua mente, nel regno delle tenebre, si era ucciso. Rothko sì
aggiunge all'elenco dei tanti pittori astratti suicidi. “I miei quadri iniziano un'avventura ignota in uno spazio
ignoto”. “Non so dove mi portano: so soltanto di non avere scelta e che non sarà
esattamente una passeggiata”.
I
suoi quadri sembrano in attesa. Quasi mai scatta l’amore a prima vista. Però noti
qualcosa, una vibrazione e un pulsare continui. Ti senti attratto oltre quelle linee nere,
verso luoghi misteriosi dell'universo.
Le opere mature sono grandi tele suggestive, opere emotivamente coinvolgenti,
sensualmente contagiose, grandi quadri verticali con barre di colore contrastanti,
fasce tricolori sovrapposte le une alle altre, cangianti, brillanti, che ti
fanno precipitare in una sorta di profondo e indefinito splendore.
Si sente, nel suo lavoro, la mente rarefatta di chi si è immerso in una nube di pensieri dissolti, eterei. In effetti quella di Rothko sembra una pittura senza pittore, una sorta di condizione primordiale del colore, che è .... prima dell'uomo, e che però lo esclude. L'autore sparisce, è assente, viene meno.
Si sente, nel suo lavoro, la mente rarefatta di chi si è immerso in una nube di pensieri dissolti, eterei. In effetti quella di Rothko sembra una pittura senza pittore, una sorta di condizione primordiale del colore, che è .... prima dell'uomo, e che però lo esclude. L'autore sparisce, è assente, viene meno.
Rothko è l'autore di quadri potenti, complessi; le sue opere emanano un campo di forze così straordinariamente
magnetico, che anche molto dopo averle guardate, se ne percepisce la pregnanza. Lo
stile maturo di Rothko sembrò smentire tutti quelli che accusavano la
cultura americana di scarsa profondità: se c'è una cosa che si può dire delle
sue opere è che sono “doppiamente profonde”.
Egli è riuscito a realizzare qualcosa di totalmente originale. Non sono i colori a
rendere i suoi quadri riconoscibili ai nostri sensi, ma è piuttosto quello che
Rothko fa fare ai colori. Ad uno sguardo fugace, i suoi dipinti sembrano
fermi, composti; ma a guardare accuratamente, ci si accorge che non è così, sono
in movimento, sembra che si gonfiano e respirino, sembrano vivi. No, non sono quadri
che si limitano a farsi guardare, vengono a prenderci e noi ci arrendiamo,
immergendoci totalmente. È una pittura spirituale, trascendentale. La sua arte è
così coinvolgente, trascinante e Rothko è il maestro della fusione dei colori.
Grande è il peso delle sfocature, dei margini frastagliati, sia sui contorni dell'intera
opera che sulle linee che l'artista ottiene fra le grandi zone di colore (immagini immerse in una nuvola di fumo): sembrano perdersi in una vampata di fuoco, e del fuoco hanno lo stesso potere ipnotico. Cosa è quel bagliore, una accensione o uno spegnimento? Una
luce interiore, misteriosa e potente si affaccia nella nostra coscienza: è difficile riuscire a trattenere altro negli occhi della
mente.
La sua
pittura è meditativa, ma non leggera. È, al contrario, profondamente angosciosa, ha come sostanza un caos calmo.
Egli non voleva che i suoi quadri fossero una passeggiata, niente a che fare
con la bellezza; all’opposto, dovevano evocare le sensazioni più estreme:
tragicità ed estasi. “Rimango sempre
sorpreso nel sentire che i miei dipinti comunicano un’impressione di pace. In
realtà sono una lacerazione. Nascono dalla violenza”.
Rothko, dichiarò che gli interessava solo esprimere le emozioni fondamentali dell’uomo e comunicarle agli altri. L’artista sentiva di dover comunicare, attraverso la sua arte, fatta di forme semplici e di colori assoluti, il senso tragico dell’esistenza. Egli probabilmente temeva di sentirsi dire quanto fossero belli i suoi quadri (anche se lo erano davvero) perché la parola bellezza faceva pensare che potevano essere considerati soltanto come un arredo da interno per ricchi. Sperava invece che la gente piangesse davanti ai suoi quadri, compiendo in tal modo la stessa esperienza religiosa che egli aveva vissuto mentre li dipingeva. I suoi quadri sono incombenti, pronti ad inghiottirci: il suo desiderio sarebbe stato di sostituire totalmente le pareti e qualcosa di profondo sarebbe allora accaduto alle persone superficiali che immerse dentro la sua pittura, si sarebbero arrese al potere dell'arte, la sua arte.
Rothko, dichiarò che gli interessava solo esprimere le emozioni fondamentali dell’uomo e comunicarle agli altri. L’artista sentiva di dover comunicare, attraverso la sua arte, fatta di forme semplici e di colori assoluti, il senso tragico dell’esistenza. Egli probabilmente temeva di sentirsi dire quanto fossero belli i suoi quadri (anche se lo erano davvero) perché la parola bellezza faceva pensare che potevano essere considerati soltanto come un arredo da interno per ricchi. Sperava invece che la gente piangesse davanti ai suoi quadri, compiendo in tal modo la stessa esperienza religiosa che egli aveva vissuto mentre li dipingeva. I suoi quadri sono incombenti, pronti ad inghiottirci: il suo desiderio sarebbe stato di sostituire totalmente le pareti e qualcosa di profondo sarebbe allora accaduto alle persone superficiali che immerse dentro la sua pittura, si sarebbero arrese al potere dell'arte, la sua arte.
...sotto la calma apparente, un assordante frastuono, dissonanze chiassose e confuse, armonie affannate e sconnesse, leggere increspature agli orli .... pause tranquille atte alla digestione, intransigenze mute, rabbiose devozioni. Aprire gli occhi sull'orlo increspato......
...To be continued
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