sabato 9 dicembre 2017

L'attesa di chi attende!

Se non ci metterà troppo, l’aspetterò tutta la vita.  
Ciò che conta è avere sempre qualcosa da attendere.  

Hopper dipinge un tempo senza tempo. (Che ora è? E' l'eternità!). La sua è un'ora elegante, pervasa da un senso di accordo che avvolge tutte le cose, un'immobilità senza suono. Quello dipinto è un momento che perdura. Una ragazza indugia in quell'attimo infinito, prigioniera della sua inerzia, un uomo seduto sul ciglio della strada è completamente assente, la città appare morta, non passa nessuno e la luce intensa accentua il senso di estraniamento. La pittura di Hopper racconta quell'attimo, un attimo di sospensione. L'attimo sospeso (è il contrario dell'attimo fuggente), è un tempo bloccato che perdura nella mente. È un fotogramma di un film, una foto istantanea fuori dalla realtà. Un attimo fermo, interminabile, separato per sempre da quello prima e da quello dopo, perduto nello spazio-tempo, per opera di un incantamento, che prima o poi svanisce e si rompe.  È un momento in cui le cose di ogni giorno diventano accenno all'incognito. La luce che avvolge il mondo non è naturale ma luce senza variazioni.
Attimi di sospensione, grande malinconia, personaggi bloccati dentro un frammento di tempo ... aspettano qualcosa ...... chissà cosa. Più della solitudine, della mancanza di compagnia, i personaggi di Hopper soffrono per la mancanza di senso da dare alla realtà. Aspettano forse semplicemente che il tempo riprenda a scorrere. Strana sensazione ..... l'orologio si blocca e batte sempre lo stesso secondo, incurante del tempo che passa.
Spesso nella nostra memoria il tempo si aggroviglia, si ferma; degli infiniti frammenti che lo compongono, alcuni attimi rimangono impressi nella nostra mente, altri svaniscono e sembrano perdersi. Ma nessuno di questi attimi si perde definitivamente, al massimo rimane in sospensione ...... Hopper, con la sua pittura ferma, calda, immobile e rassicurante, ci fa toccare un attimo in sospensione, un istante eterno!
La solitudine c’è, ma come dice lo stesso Hopper non è il tema principale. A dominare tutte le scene è l’idea dell’attesa.

In tutti i suoi dipinti egli rappresenta la lunga attesa di qualcosa o qualcuno. Ricorda "Aspettando Godot" di Beckett. Due persone comuni aspettano il personaggio misterioso di Godot, e nel frattempo sviluppano un dialogo privo di senso. Godot non arriva, anche se resta aperta la speranza che compaia l’indomani: chi sia, del resto, non solo nessuno lo sa, ma non si può nemmeno arrivare a interpretarlo con certezza!

La simbologia sottesa in queste attese resta dunque inespressa e forse ogni osservatore può introdurre la propria interpretazione. Hopper esprime la sua più radicale visione dell’esistenza umana:  ogni uomo è infatti isolato da tutti gli altri, con i quali non può entrare, per nessuna ragione, in comunicazione.
Alla parola si sostituisce il silenzio. Come in Beckett, nelle sue opere domina il nulla. Proprio questo nulla diventa il simbolo del nichilismo di Hopper, che ha messo in immagini la crisi dell’uomo nella realtà contemporanea.
Senza dubbio tutta la produzione di Hopper,  e' costruita intorno alla condizione dell’attesa, ma probabilmente, c’è più di una chiave di lettura. L'attesa e' reale: Dio (quello di Godot-God), il destino, la morte, la buona sorte. Hopper non rivela nulla. (Dal canto suo, Beckett ha sempre dichiarato che se avesse saputo chi fosse Godot lo avrebbe scritto). Ma la fortuna e la grandiosità di Hopper stanno proprio nella sua astrattezza, il che non vuol dire che ognuno di noi è libero di vedere quello che meglio crede, ma che l’attesa dipinta è la sintesi di tutte le attese possibili.
Quel che si deve fare è passare il tempo, ma anche protendersi oltre il tempo. Le sue sono attese profonde, che aiutano a passare il tempo, ma anche ad andare oltre il Tempo.  

Una vecchia canzone: "Vivo tutti i  giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot. Ho passato la vita ad aspettare Godot......sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot, ho cresciuto i miei figli aspettando Godot....i miei figli son grandi e lontani, però io sto ancora aspettando Godot....dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare Godot....c'è un pozzo laggiù che specchia la luna, è buio profondo e mi ci butterò, senza aspettare che arrivi Godot... ma l'abitudine di tutta una vita, ha fatto si che ancora una volta, per un momento io mi sia girato, a veder se per caso Godot era arrivato".

Forse il segreto della vita sta non nell’aspettare Godot, ma nell’andare a cercarlo!

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Tutto ciò che c'è c'è già. Allora nei miei pezzi che si fa? Renderò possibile l'impossibile fino a rendere possibile la realtà...