Senza ambiguità non c’è letteratura
Il buon osservatore è
chi non guarda quasi nulla.
Un osservatore
riflessivo è innanzitutto chi sa quali opere non
vedere; è colui che sa dire, "non
l’ho visto e non mi piace". Un osservatore ideale potrebbe essere
un tale che non guarda quasi nulla.
Pur non essendo un
buon osservatore, non riesco a non identificarmi in questo tipo ideale. La
capacità di dire non l’ho visto e non mi piace fa parte della formazione
indispensabile di chiunque.
Ad esempio, io non ho visto la nuova stazione della
fermata della metropolitana nel campus universitario di Monte Sant’Angelo di Anish Kapoor e non mi piace.
Mi riconosco in questo: l’osservatore attento
e curioso è un tale che non guarda quasi nulla. Può forse definirsi osservatore uno che analizza decine
di architetture in un mese? O uno che conosce a memoria "Le architetture
dell’antica Grecia"? O un altro, dotato di una memoria eidetica, in grado
di descrivere qualsiasi opera vista? No, questi non sono osservatori:
questi sono sapienti, studiosi. L’osservatore
che si diletta invece è libero ed esprime la sua libertà riservandosi il
sottile piacere di non guardare quando non è il caso di farlo!!!!
Non
mi piace il titolo che le hanno appiccicato (stazione vulva) e ha un ingresso terribile. E
poi c’è la mia fissa che ogni opera vada letta come un romanzo. Ebbene, io non
leggerei mai un libro con una copertina così, che è poi lo stesso motivo per
cui non ho mai letto tanti altri libri, che
istintivamente non mi piacciono. Alcune cose dovrebbero destare
interesse, riguardano il mio mondo e questo sarebbe un buon motivo per
leggerle, ma alcune cose proprio non mi piacciono, quindi non le leggerò.
Allo stesso modo non leggo molti altri libri che non mi piacciono, in piena
libertà.
In questo caso poi sarebbe cimentarsi con il leggere le
labbra. LE GRANDI LABBRA!!!
Alle
numerose polemiche suscitate già in fase di progetto, le autorità risposero:
“VE LA FAREMO VEDERE NOI!”
“È un enigma che non voglio svelare. È brutta, laida, percorsa nei
due sensi ….. fa schifo. Non ha una forma definita, è un buco slabbrato, un
vuoto, però è un'essenza. Ma senza questo oggetto inqualificabile, l'erotismo
non sarebbe possibile.” "Però non posso dare un giudizio preciso senza darle
prima uno sguardo", ha replicato qualcuno. D'accordo.
Non sono un ginecologo ma le darò
un'occhiata!
Completamente
diverso (anche se assai vicino) è invece “Descent into Limbo”, un cerchio nero assoluto,
scurissimo, che apre un vuoto nel pavimento. Un buco nero! Non l'ho visto, però mi piace!
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjscA2JRWi73mT7dGjcYfWLOCu5CNPwBFxmRopGuO-CVzKNywSYxlbEAQvieIos7hLXXwZtDZOkN-ZfTmS5WVzRg6CW0Wf47glGvOFn7qPY1hxAMMYK1K_pdgxuEkH2OoXw6SmdzBGBeAU6/s640/limbo.jpg)
L’opera, crea una sorta di “spaesamento concettuale”. Si resta
magnetizzati di fronte a questo buco a tal punto da non poter staccare lo
sguardo. Kapoor ci spiazza perché completamente ambiguo, non chiaro. Ci dice
che la realtà non è esattamente quello che appare, ma è sfuggente e
inafferrabile. Ci confonde e ci disorienta, ci fa ragionare su l’instabilità e
sull’incertezza, sull’inizio del mondo, sull’origine e ci porta a vagare verso
ciò che non ha fine ne inizio e verso le viscere più profonde. È un
buco che non si riesce a osservare! Qui la sua poetica moltiplica ed
approfondisce i riferimenti duplici, le forze contrarie, le contraddizioni tra
il mondo percepibile ed il pensiero astratto. “Luce e ombra, negativo e
positivo, maschio e femmina, fisico e intangibile, interno ed esterno, pieno e
vuoto, ordine e disordine. Oh, straziante meraviglia del creato, oh quanta bellezza!!!!!!!
Tanta bellezza, e poi ti accorgi che è nulla, un
buco e basta.
Il bello dei doppi sensi
è che significano una cosa sola!
è che significano una cosa sola!
Nessun commento:
Posta un commento