Tra tanti somari, ci può essere un asino!
Un asino trova sempre un altro asino che lo ammira
Un asino trova sempre un altro asino che lo ammira
E
un pittore: Joachim-Raphaël Boronali, futurista italiano, nato a Genova. Questo
artista, di cui in effetti la stampa comincerà a parlare, non assomiglia a nessun altro. Su un giornale esce un articolo firmato da Joachim Raphael Boronali, il manifesto di
un movimento artistico da lui fondato, l'ECCESSIVISMO.
Comincia con queste parole: "Devastiamo i musei assurdi, prendiamo a
calci le abitudini infami. Viva lo scarlatto, la porpora e le gemme corrusche
...", una evidente parodia del "Manifesto del futurismo" di
Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato nel 1909 sul "Le Figaro" il 20
Febbraio 1909.
Ma chi è questo maestro dell'Eccessivismo? Per svelare il mistero e saperne di più, conviene andare a Montmartre, in un locale "Le lapin agile", dove gli artisti si ritrovano tutti. A gestire il locale è Fréderic Gerard, figura paternale e benevola (gli artisti lo soprannominano père - padre Frédé), il quale è entusiasta di arte e artisti ed è una vera e propria istituzione.
Il
locale ogni sera, sul tardi, è affollato di pittori, attori, giornalisti e
scrittori. Uno di questi si chiama Roland Dorgelès, ha studiato all'Accademia
di belle arti e vuole diventare uno scrittore. Lui e i suoi compagni sono
dei "tradizionalisti". Odiano le avanguardie, in particolar
modo Pablo Picasso e la sua cerchia, che considerano arroganti e incapaci
di dipingere. Insomma Dorgeles denigra la pittura cubista, nei cui dipinti non si capisce assolutamente niente e che chiunque sarebbe capace
di fare. Chiunque!
"Quella pittura è cosi' semplice
che persino un asino potrebbe farla".
Dorgelès
decide di dire la sua. Egl però non vuole scivere testi denigranti, o
pronunciare condanne con voce roboante. Meglio mettere in ridicolo, fare uno
scherzo di cui parli tutta Parigi.
Per farla breve, Dorgelès organizza una colossale burla, una straordinaria presa in giro.
L'Eccessivismo
e il suo caposcuola sono invenzione di Roland Dorgelès. Baronali, dotato maestro,
artista sommo, di cui in effetti la stampa comincerà a parlare, non assomiglia a
nessun altro, perchè non esiste. Ovvero esiste, ma si tratta di un pittore
anomalo e che in effetti "è diverso da qualsiasi altro artista.
È
di colore grigio, a pelo lungo, cammina su quattro zampe e non parla: raglia. È
l’asinello del père Frédé, Aliboron, anagrammato in Boronali.
La
tela però esiste, ma anch'essa è frutto del gioco. La tela viene preparata e
fatta completare da Aliboron: gli attaccano alla coda un pennello imbevuto di blu
oltremare, mettono la tela su uno sgabello, collocato dietro il
posteriore dell’asino. Lo coccolano, lo attirano con le carote, e la bestia
tutta contenta, agita la coda. Così lascia la sua prima impronta di artista.
Gli amici spostano la tela per dare più
vigore al lavoro in corso, e dato che la monocromia non basta all’artista,
cambiano tavolozza, intingendo in altri barattoli il pennello fissato alla
coda.
Dopo il blu oltremare, usano il rosso, il giallo acceso e l’indaco. Quando l’asino dà qualche segno di stanchezza, qualcuno gli offre del tabacco da masticare. Poi qualcun'altro inizia a cantare e l’asino comincia a battere il tempo. Quando si ferma definitivamente, il dipinto dal titolo Et le Soleil s’endormit sur l’Adriatique è pronto per gli sguardi "meravigliati", "sbalorditi" e "stupiti" degli amanti ed estimatori dell’arte.
Dopo il blu oltremare, usano il rosso, il giallo acceso e l’indaco. Quando l’asino dà qualche segno di stanchezza, qualcuno gli offre del tabacco da masticare. Poi qualcun'altro inizia a cantare e l’asino comincia a battere il tempo. Quando si ferma definitivamente, il dipinto dal titolo Et le Soleil s’endormit sur l’Adriatique è pronto per gli sguardi "meravigliati", "sbalorditi" e "stupiti" degli amanti ed estimatori dell’arte.
Come finisce questa storia e che fine fanno i
nostri eroi?
- Baronali non farà
altri dipinti, e neppure Alibaron, che continuerà a fare quello che ha sempre
fatto, cioè l'asino.
- Il dipinto, sarà
venduto ad un buon prezzo ed oggi, con tanto di cornice, fa mostra di se in
un piccolo museo, nel villaggio di Milly la Foret.
La morale di questa
storia è che non c'è nessuna favola, e che è preferibile non dire in nessun
caso, che trattasi di un'opera fatta da un asino! Potrebbe
essere proprio la verità!!!!
Voila ce que je sais à propos de l'àne
Da sempre, le opere in cui l'intervento manuale sembra
essere troppo esiguo, sono quelle che generano un enorme confusione.
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