Where no man has
gone before....
Si può sempre andare oltre....oltre non si finisce mai.
Si può sempre andare oltre....oltre non si finisce mai.
J. Kerouac
Star
Trek, The Next Generation:
"Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani, nuovi mondi. Alla
ricerca di nuove forme e di nuove civiltà. Per arrivare la dove nessuno è mai
giunto prima."
Nel secondo dopoguerra, la scelta artistica essenziale
e predominante di molti artisti è quella di
“uscire fuori dal
quadro”. In sostanza, per molti si tratta
di portare la pittura al di là delle colonne d’Ercole della superficie del quadro.
Inutile ragionare su quello che c’è. Meglio occuparsi di ciò che sta oltre, di ciò che manca.
Lucio Fontana, negli stessi anni in cui Burri e Pollock
stanno rivoluzionando la pittura, dissacra alla sua maniera lo spazio del quadro squarciandone
con un coltello la superficie intatta.
Si tratta di un atto che stravolge completamente l’idea dello spazio pittorico come astrattamente piatto, bidimensionale.
La superficie del quadro acquista la stessa matericità di un corpo umano; si abbatte la simulazione della raffigurazione e al suo posto compare una coltellata vera, che fa male e resta.
Egli, col suo gesto, dimostra che il quadro ha una consistenza fisica, reale, vera, carnale, che il suo corpo si può perforare, tagliare, aprire, squarciare. Egli trafigge e lacera cosi la tela che viene intesa come la superficie di un corpo, come una pelle contratta, irrigidita.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg03FsRf-x1LQak8quNuicnp4QNHoKWfWFlEtrLTqUeNCOF5Pj3CZdyBQH1fxw8GeXkSsBjlktq0aYesWxsykAAfkOIifMBQR1dHxs8lylp4buQHdj7vJcrAlRypji5h7kXZbMQomAjOskx/s640/ugo-mulas-fotografa-lucio-fontana.jpg)
La superficie del quadro acquista la stessa matericità di un corpo umano; si abbatte la simulazione della raffigurazione e al suo posto compare una coltellata vera, che fa male e resta.
Fontana
prova il piacere e il turbamento che guida chi fa
esistere un nuovo universo. Il suo è un gesto creativo (assolutamente non distruttivo), che poteva nascere
solo dal nulla assoluto. La rottura di Lucio Fontana nei confronti
della visione rinascimentale del quadro come "finestra
aperta sul mondo" non ha possibilità di ritorno.
Egli, col suo gesto, dimostra che il quadro ha una consistenza fisica, reale, vera, carnale, che il suo corpo si può perforare, tagliare, aprire, squarciare. Egli trafigge e lacera cosi la tela che viene intesa come la superficie di un corpo, come una pelle contratta, irrigidita.
Osservando i suoi tagli, viene in mente, tra i tanti raffiguranti quel tema, il dipinto di
Caravaggio intitolato "L'incredulità di San Tommaso", dove si vede il dito dell'apostolo farsi spazio nel torace di Gesù Cristo*. Il dito, come la lama di Fontana, si insinua indagatore nei tessuti e nella carne strappata, cercando di coglierne la fisicità, il reale. La tela è dunque uguale ad un corpo, che come quello di Gesù Cristo, diventa reale, consistente e umana proprio in conseguenza della ferita aperta dal taglio inferto dall'artista.
Fontana, ovviamente, non può dipingere più il corpo di Gesù con una ferita: è la tela col taglio che è essa stessa Cristo.
Il taglio nella tela di Lucio Fontana è un chiaro esempio di pensiero laterale, creativo. Fontana invece che cercare ad ogni costo di rappresentare un qualcosa oltre la tela, la squarcia semplicemente osando ciò che nessun altro aveva mai fatto. Genio, precursore, innovatore assoluto. Il passo è stato fatto."Si apre un passaggio: quando le porte della percezione si aprono, tutte le cose appaiono come realmente sono: infinite”.
Fontana, ovviamente, non può dipingere più il corpo di Gesù con una ferita: è la tela col taglio che è essa stessa Cristo.
Il taglio nella tela di Lucio Fontana è un chiaro esempio di pensiero laterale, creativo. Fontana invece che cercare ad ogni costo di rappresentare un qualcosa oltre la tela, la squarcia semplicemente osando ciò che nessun altro aveva mai fatto. Genio, precursore, innovatore assoluto. Il passo è stato fatto."Si apre un passaggio: quando le porte della percezione si aprono, tutte le cose appaiono come realmente sono: infinite”.
Il
quadro non rappresenta una finestra sul mondo reale, ma un mondo altro. Lucio Fontana col suo gesta pone fine a una
storia fatta di millenni. Egli si fa carico della preoccupazione e del turbamento oppressivo dell'ignoto, che è insito nel suo gesto.
Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci ad andare un po più in la, grazie al potere della tua mente, al tuo istinto e all'esperienza.
Nelle tele intitolate "Concetto spaziale, Attese" l’intervento dell’artista, non consiste nell’aggiungere materia pittorica, quanto nel togliere unità, nel creare lesioni. I tagli affiancati, infatti, sfigurano la tela come delle cicatrici atroci. Dai labbri netti e decisi degli squarci, però, si deduce che essi sono condotti con precisione chirurgica, tagli di bisturi; non vi è l’urto improvviso di una coltellata. Quindi il loro significato non è violento; piuttosto il gesto è penetrante e investigativo di uno spazio differente. Superare un limite, un confine è "disciplina". I tagli inoltre, come suggerito dal titolo di molte opere, sono attese, e si riferiscono ai desideri, possibilità e probabilità di conoscenza alle quali essi/e accennano.
Esplorare i limiti conduce alla scoperta di territori vastissimi e il limite non diventa che uno dei tanti inganni confortanti che si è inventato l'uomo!
Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci ad andare un po più in la, grazie al potere della tua mente, al tuo istinto e all'esperienza.
Nelle tele intitolate "Concetto spaziale, Attese" l’intervento dell’artista, non consiste nell’aggiungere materia pittorica, quanto nel togliere unità, nel creare lesioni. I tagli affiancati, infatti, sfigurano la tela come delle cicatrici atroci. Dai labbri netti e decisi degli squarci, però, si deduce che essi sono condotti con precisione chirurgica, tagli di bisturi; non vi è l’urto improvviso di una coltellata. Quindi il loro significato non è violento; piuttosto il gesto è penetrante e investigativo di uno spazio differente. Superare un limite, un confine è "disciplina". I tagli inoltre, come suggerito dal titolo di molte opere, sono attese, e si riferiscono ai desideri, possibilità e probabilità di conoscenza alle quali essi/e accennano.
Esplorare i limiti conduce alla scoperta di territori vastissimi e il limite non diventa che uno dei tanti inganni confortanti che si è inventato l'uomo!
Capitano kirk in "Rotta verso l'ignoto": "Questa è l'ultimo viaggio dell'Enterprise sotto il mio comando.
Questa nave e la sua storia, tra breve saranno consegnate ad un nuovo
equipaggio. A loro e ai loro discendenti noi affidiamo il nostro futuro. Essi
continueranno i viaggi attraverso spazi ancora inesplorati, spingendosi con
coraggio dove nessuno è mai stato prima."
Lo shock provocato da queste opere ha superato i confini del mondo dell'arte: i tagli, a tutt'oggi sono il paradigma del luogo comune sull'incomprensibilità e sulla malafede dell'arte contemporanea.
* Kounellis, intervista nella chiesa di San Lupo a Bergamo
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