Monologo finale del film “Kill Bill Vol. 1”
di Quentin Tarantino.
Bill: "Come sai, io sono un grande
appassionato di fumetti, soprattutto di quelli di supereroi. Trovo che tutta la
filosofia che circonda i supereroi sia affascinante......L’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un
supereroe e il suo alter ego. Batman è di fatto Bruce Wayne. L’uomo ragno è
di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter
Parker. Deve mettersi il costume per diventare l’uomo ragno". Per il mondo in cui vivono, la loro identità è un mistero.
Noi lettori conosciamo il segreto, e amiamo non le storie dell'uomo,
ovviamente, ma le storie del supereroe.
Recentemente, molto critico al riguardo, lo storico dell'arte e docente universitario
Tomaso Montanari ha scritto: “Chi è Banksy? Chi è Elena Ferrante? Siamo disposti ad
arrampicarci sulle più improbabili congetture pur di riuscire a dare un volto,
una biografia, una foto senza trucco ai pochi artisti o scrittori che hanno
scelto di negare al circo mediatico la propria persona. Non tolleriamo che
qualcuno "si nasconda" dietro uno pseudonimo: e basterebbe la scelta del verbo
«nascondersi» per rivelare lo spirito vagamente inquisitoriale col quale
guardiamo a chi vuole parlare solo con le proprie opere”.
Riporto, in proposito, una citazione del poeta Dylan Thomas:"Make me a mask"-"fatemi una maschera", in cui l'invocazione della maschera deve intendersi come desiderio di estraniarsi dal mondo, nascondendo la propria identità nel tentativo di difenderla, per cercare di salvaguardare la più intima essenza di se stessi.
Vogliamo
davvero conoscere tutto su un artista o uno
scrittore che amiamo? Non lo so, anzi non credo. Mi correggo, PROPRIO NO!
“Tale
l’albero, tale il frutto” sentenziava qualcuno, come a dire “se non conosci
bene chi ha fatto quella determinata cosa, come e perché, come puoi valutare
ciò che ha prodotto?”
Contro
tale atteggiamento si è espresso Marcel Proust. L’autore della Recerche,
semplicemente asserisce che è assurdo tentare di giudicare l’opera filtrandola
attraverso l’essere umano che l’ha prodotta. L’uomo è solo un uomo è può
addirittura ignorare l’artista che alberga in lui. Vale piuttosto il contrario, cioè,
l’osservatore deve riuscire a scovare delle qualità nell’opera di un artista,
valutando da essa che valore dare all’autore stesso. Un’opera d’arte, in fondo
non è che il racconto di una storia. Elaborata, senza dubbio, complessa,
geniale a volte, uno sguardo lucido che aiuta a capire il mondo e i nostri
simili, però sempre una storia, come le fiabe, come il racconto di un amico che
una sera, a cena cominci col dire “sapete cosa mi è successo? State a
sentire……..”.
E
da questa punto di vista l’arte possiamo farla risalire alla preistoria
dell’umanità, dove i primi racconti avvenivano alla luce di un fuoco acceso.
Molto
spesso le opere d’arte sono come dei romanzi concentrati in una scena o in un
oggetto e richiedono, proprio come i romanzi, una lettura attenta e
appassionata.
Batman è di fatto Bruce Wayne. Spiderman è di fatto Peter Parker. Le storie
che ci interessa conoscere, però, sono quelle che raccontano del supereroe.
Di
un artista o scrittore, è mai possibile che interessi di più la faccia e non
che cosa FACCIA!
Man Ray, nel 1920 crea un'opera tra le più misteriose e impenetrabili di sempre. La
fotografia di Man Ray rappresenta un oggetto dalla forma ambigua e indefinibile,
coperta dalla tela di un sacco e strettamente legato con una corda. Il titolo dell’opera è “L’enigma di Isidore Ducasse”,
dove Man Ray nasconde il contenuto, cela gli oggetti, sottrae alla vista. Dopo aver fotografato la composizione, la distrugge: cosi facendo, l'artista lascia l’enigma irrisolto.
L’insegnamento
non ha uguali:
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